Una popolazione in via di invecchiamento come quella italiana, deve fare i conti con l’osteoporosi, sia per i costi economici della malattia, sia per le relative ricadute sociali, in termini di peggioramento della qualità di vita.
Parlare di salute delle nostre ossa significa inevitabilmente parlare anche di quale regime alimentare ne tuteli meglio l’efficienza nel tempo. I nutrienti maggiormente richiesti dal metabolismo osseo sono: il calcio e il fosforo, che stanno all’osso come i mattoni stanno al muro, la vitamina D, che aumenta l’assorbimento intestinale del calcio, l’osteocalcina, una sorta di cemento osseo, la cui sintesi è stimolata dalla vitamina K.
Un’occhiata ai dati di composizione degli alimenti, (ad esempio la banca dati dell’Istituto Europeo di Oncologia www.bda-ieo.it) suggerirebbe di aumentare il consumo di latticini, essendo questa categoria di alimenti quelli con il più alto contenuto di calcio. Un esame della letteratura scientifica esistente, suggerisce però di abbinare al consumo di formaggi, latte e yogurt, anche quello di frutta e verdura, in quanto fonti di potassio e acidi organici deboli che grazie alla loro funzione tampone proteggono l’osso dall’acidità metabolica indotta dall’eccesivo consumo di proteine, tipico delle nostre diete occidentali. Le verdure a foglia larga sono invece ottime fonti di vitamina K.
Dall’indagine CREA-NUT “Cosa mangiano gli italiani”, (il cui recente aggiornamento è riportato sul sito EFSA -FoodEx2 database-) emergono sia un’assunzione di calcio inferiore ai fabbisogni, sia il ruolo preponderante dei latticini nel definire l’introito di calcio. Inoltre la medesima indagine evidenzia un basso introito di frutta, cosa negativa per l’intero metabolismo e per il tessuto osseo in particolare, visto il ruolo protettivo della frutta nei confronti dell’osso.
L’osservazione combinata di queste informazioni conferma da un lato l’utilità dell’inserimento dei latticini nella dieta, dall’altro la necessità di un introito regolare di frutta fresca fra le 2 e le 3 porzioni al giorno, come anche di verdura.
Redatto da:
Filippo Rossi – Ricercatore Scienze Dietetiche Applicate
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore