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Uno spreco metabolico

Una società opulenta, ma anche dotata di una coscienza ecologica come quella della nostra epoca, tende ad abbassare sempre di più a propria impronta ecologica. Non ci basta più ridurre lo spreco alimentare diretto, cioè quello che gettiamo nella spazzatura, ora cerchiamo anche di ridurre lo spreco alimentare metabolico, ossia il quantitativo di alimento eccedente i nostri fabbisogni alimentare ma che egualmente ingeriamo.

L’elevata percentuale di persone in sovrappeso (43% della popolazione mondiale secondo l’OMS) oppure obese (16%), non costituisce solo un problema sanitario, ma rappresenta anche un problema ambientale. Infatti, produrre alimenti ha un costo ambientale e se finora si è considerato “scarto” solo il rifiuto vero e proprio, ora c’è chi considera “sprecato” anche il cibo ingerito in eccesso.  

L’Università di Teramo ha sviluppato un indice, chiamato Spreco Alimentare Metabolico (Metabolic Food Waste se vi piace l’inglese), che intende collegare l’eccessiva alimentazione con la salute umana e del pianeta.  

Il calcolo di questo indice prevede la determinazione del grasso in eccesso, il cui valore energetico è poi ripartito fra i diversi alimenti ingeriti, in funzione del loro contributo percentuale all’energia introdotta. I dati calcolati dall’Ateneo indicano nella carne, nei latticini e nei cereali gli alimenti maggiormente sprecati nei soggetti obesi e le cui porzioni andrebbero ridotte.

Lo Spreco Alimentare Metabolico può quindi essere un parametro utile per descrivere l’impatto che diete sbilanciate hanno, sia sulla salute che sull’ecosistema. Ridurre il cibo gettato nella spazzatura e quello stoccato nel grasso corporeo, devono quindi far parte di un’unica strategia per ridurre il nostro impatto ambientale.

Per calcolare quale dovrebbe essere il nostro fabbisogno energetico esistono delle tabelle, basate sul peso corporeo, l’età e il sesso. Attenzione però a prenderle come un oracolo infallibile, sono calcoli basati su equazioni generali e non specifiche per noi.

Per saperne di più

1) WHO – Obesity and overweight. March 2024 (www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/obesity-and-overweight).

2) Serafini & Toti, Front. Nutr. 2016. Doi: 10.3389/fnut.2016.00040

3) Toti et al., Front. Nutr. 2019. Doi: 10.3389/fnut.2019.00126

4) Angelino et al., Front. Nutr. 2025. Doi: 10.3389/fnut.2025.1505238

Redatto da:
Ricercatore in Nutrizione Umana
Dipartimento DiANA – Sezione di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza.  
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